Il Crocifisso di S. Damiano – Tommaso da Celano - leggoerifletto

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Il Crocifisso di S. Damiano – Tommaso da Celano


10. "Era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo, quando, un giorno, passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito, entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla grazia divina, si ritrova totalmente cambiato. Mentre egli è così profondamente commosso, all'improvviso - cosa da sempre inaudita! (Gv 9,32) - l'immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla, movendo le labbra. «Francesco, - gli dice chiamandolo per nome (Cfr Is 40,26) - va', ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Francesco è tremante e pieno di stupore, e quasi perde i sensi a queste parole. Ma subito si dispone ad obbedire e si concentra tutto su questo invito. Ma, a dir vero, poiché neppure lui riuscì mai ad esprimere la ineffabile trasformazione che percepì in se stesso, conviene anche a noi coprirla con un velo di silenzio.
Da quel momento si fissò nella sua anima santa la compassione del Crocifisso e, come si può piamente ritenere, le venerande stimmate della Passione, quantunque non ancora nella carne, gli si impressero profondamente nel cuore.
11. Cosa meravigliosa, mai udita! chi non è colpito da meraviglia? E chi, o quando mai ha udito qualcosa di simile? Nessuno potrà dubitare che Francesco, prossimo a tornare alla sua patria, sia apparso realmente crocifisso, visto che con nuovo e incredibile miracolo Cristo gli ha parlato dal legno della Croce, quando - almeno all'esterno - non aveva ancora del tutto rinunciato al mondo! Da quel momento, appena gli giunsero le parole del Diletto, il suo animo venne meno (Cfr. Ct 5,6).
Più tardi, l'amore del cuore si rese palese mediante le piaghe del corpo. Inoltre, da allora, non riesce più a trattenere le lacrime e piange anche ad alta voce la passione di Cristo, che gli sta sempre davanti agli occhi. Riempie di gemiti le vie, rifiutando di essere consolato al ricordo delle piaghe di Cristo. Incontrò un giorno, un suo intimo amico, ed avendogli manifestato la causa del dolore, subito anche questi proruppe in lacrime amare.
Intanto si prese cura di quella immagine, e si accinse, con ogni diligenza, ad eseguirne il comando. Subito offrì denaro ad un sacerdote, perché provvedesse una lampada e l'olio, e la sacra immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell'onore, doveroso, di un lume. Poi, si dedicò con impegno al resto, lavorando con intenso zelo a riparare la chiesa. Perché, quantunque il comando del Signore si riferisse alla Chiesa acquistata da Cristo col proprio sangue (At 20,28), non volle di colpo giungere alla perfezione dell'opera, ma passare a grado a grado dalla carne allo spirito."

(Tommaso da Celano)

Fonte:Tommaso da Celano, Vita seconda di San Francesco d'Assisi, nn. 593-594


L’Ascensione di Cristo verso la mano del Padre.
Il crocifisso di San Damiano non appartiene ancora al tipo del Christus patiens, del Cristo sofferente, secondo lo stile che si imporrà a partire dal XIII secolo.
Il Cristo è vittorioso, con gli occhi aperti. La sua vittoria è rappresentata esplicitamente nella cimasa dove vediamo il Cristo che ascende al cielo, fra gli angeli, recando in mano la croce, quasi scettro regale e stendardo di vittoria.
La mano del Padre, in alto, lo accoglie.
Sotto è la dicitura, con abbreviazioni: IHS NAZARE REX IUDEORU (GESÙ NAZARENO RE DEI GIUDEI).



Gli occhi aperti del Cristo triumphans


Due angeli ed un santo (un evangelista o un apostolo?)
Non è possibile identificare con certezza i due santi ai lati della croce, ma non vi è dubbio che essi, comunque, rappresentino l’umanità intera raggiunta dal vangelo, siano essi due evangelisti o due apostoli o il popolo ebraico ed i gentili, riuniti in unità. Il braccio orizzontale della croce spesso viene prolungato con le figure degli evangelisti, ad indicare l’abbraccio del mondo intero da parte del Cristo. E una sottolineatura dell’aspetto cosmico della croce.


San Giovanni, la Madonna e Longino


Maria di Magdata, Maria madre di Giacomo il minore ed il centurione
Il centurione è colui che, vedendo morire Gesù in quel modo, esclama: ”Veramente quest’uomo era figlio di Dio” (Mc 15,39). Non è chiaro chi siano le piccole figure vicino al centurione. Si è ipotizzato che la figura (o le figure) all’altezza della spalla del centurione possano essere il figlio (e l’intera famiglia) guarito da Gesù, per una identificazione errata fra il centurione della croce ed il centurione del miracolo.



Il sangue bagna sei santi non più identificabili
Alla destra delle gambe del crocifisso è visibile un piccolo gallo, allusione al tradimento di Pietro o, più probabilmente, al sorgere del nuovo sole, il Cristo, il vero Oriente.

 
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