“Atto solenne di preparazione per morire santamente” dalle opere di S. Alfonso de’ Liguori - leggoerifletto

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“Atto solenne di preparazione per morire santamente” dalle opere di S. Alfonso de’ Liguori

Mio Dio, essendo certa la mia morte, e non sapendo quando sarà, intendo da ora di prepararmi a quella, che è il momento più bello della vita di un cristiano perché attua l’incontro definitivo con Cristo Amore; e perciò affermo di credere quanto crede la S. Chiesa, e specialmente il mistero della SS. Trinità, l'Incarnazione e Morte di Gesu-Cristo, il paradiso e l'inferno, perché tutto l'avete rivelato Voi che siete la stessa Verità. Io merito mille inferni, ma spero dalla vostra pietà per i meriti di Gesu-Cristo il perdono, la perseveranza finale e la gloria gioiosa del paradiso.

Vi benedico per quanto mi avete donato finora e per quanto volete donarmi.

Affermo che v'amo sopra tutte le cose, perché siete un bene infinito; e perché v'amo, mi pento sopra ogni male di tutte le offese che vi ho fatte, e propongo prima morire e perdere tutto piuttosto che più offendervi.

Vi prego a levarmi la vita e tutto quello che ho piuttosto che permettere ch'io v'abbia da perdere con un altro peccato.

Vi ringrazio, Gesù mio, di tutte le pene che avete patite per me, e di tante misericordie che mi avete usate, dopo che vi ho tanto offeso.

Amato mio Signore, mi rallegro che siete infinitamente beato.

Godo che siete amato da tante anime in cielo ed in terra.

Vorrei che tutti vi conoscessero e vi amassero.

Affermo che qualunque persona m'avesse offeso, io la perdono per amor vostro, o Gesù mio; e vi prego a farle bene fin d’ora.

Affermo che desidero in vita ed in morte i SS. Sacramenti; ed intendo da ora di cercare l'assoluzione delle mie colpe, quando in morte non potrò darne segno.

Accetto con pace la mia morte e tutti i dolori che l'accompagneranno, in unione della morte e dolori, che patì Gesù sulla croce. Ed accetto, mio Dio, tutte le pene e tribolazioni, che prima di morire mi verranno dalle vostre mani.

Fate di me e di tutte le cose mie tutto quel che vi piace.

Datemi il vostro amore e la santa perseveranza, e niente più vi domando.

Madre mia Maria, assistetemi sempre, ma specialmente nella mia morte; e frattanto aiutatemi a conservarmi in grazia di Dio. Voi siete la speranza mia.
Sotto il vostro manto voglio vivere e morire.

S. Giuseppe, S. Michele Arcangelo, Angelo mio Custode, soccorretemi sempre, ma soprattutto nell'ora della mia morte. E voi mio caro Gesù, voi che per ottenere a me una buona morte, avete voluto fare una morte così amara, non m'abbandonate allora.

Io da ora a Voi m'abbraccio, per morire abbracciato con Voi.

Io merito l'inferno, ma mi abbandono alla vostra misericordia, sperando nel sangue vostro di morire nella vostra amicizia e di ricevere da Voi la benedizione, nella prima volta che vi vedrò da misericordioso giudice mio. Nelle vostre mani impiagate per mio amore raccomando l'anima mia.
In Voi spero di non essere allora condannato all'inferno e di essere ammesso alla gloria e alla gioia del Paradiso. «In te, Signore , ho sperato, non sia confuso in eterno».

Vedo già che la causa delle mie cadute è stata il non ricorrere a voi, quando io ero tentato, a domandarvi la santa perseveranza.

Per l'avvenire propongo fermamente di raccomandarmi sempre a voi, e specialmente quando mi vedrò in pericolo di ritornare ad offendervi.

Propongo di ricorrere sempre alla vostra misericordia, invocando sempre i Ss. Nomi di Gesù e di Maria: sicuro che pregando non lascerete voi allora di darmi la forza ch'io non ho di resistere a' miei nemici.

O Maria, Madre ottenetemi la grazia di raccomandarmi in tutt'i miei bisogni e per sempre al vostro Figlio, ed a voi.

O Signore Gesù aiutatemi sempre, e specialmente nella mia morte; fate ch'io spiri amandovi, sicché l'ultimo respiro della mia vita sia un atto d'amore, che mi trasporti da questa terra ad amarvi in eterno nella gioia del paradiso.

Gesù, Giuseppe, e Maria, assistetemi nella mia agonia.
Gesù, Giuseppe, e Maria, a voi mi dono, e voi ricevete in quel punto l'anima mia.

(dalle opere di S. Alfonso de’ Liguori)

 
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